Come gestire la rabbia
Spesso la visione comune associa la rabbia a un’emozione negativa, ritenendo che la bontà e la virtù implichino la totale assenza di tale stato emotivo, privilegiando invece la calma e il controllo dell’aggressività. Questo presupposto però è erroneo, poiché confonde la rabbia con l’aggressività. La rabbia è un’emozione umana comune che non conosce distinzioni di età, cultura oppure origine geografica. Ha un ruolo importante nella vita, agendo da segnale di allarme in presenza di possibili danni o ingiustizie. In certi casi, la rabbia può essere una risposta naturale all’impotenza davanti a situazioni difficili, come la perdita di una persona cara o una malattia grave. Altre volte prepara all’azione, spingendo le persone a combattere per rimuovere l’ingiustizia o il danno subito.
Gestire la rabbia non implica necessariamente sopprimerla o reprimerla, ma piuttosto regolarne la risposta emotiva in base al contesto specifico. È importante liberare questo sentimento dai concetti di giusto e sbagliato, smettendo di associarlo automaticamente all’aggressività e riconoscendo la sua dimensione emotiva legittima, che come tutte le altre emozioni, deve poter fluire in modo naturale. Reprimere la rabbia può portare solo a un accumulo di tensione emotiva che potrebbe esplodere in situazioni apparentemente insignificanti, come sul luogo di lavoro, nel traffico, con le persone care. Questo potrebbe causare crisi di violenza e aggressività eccessive, con conseguenze negative sia personali che per gli altri. È importante chiedere aiuto a professionisti specializzati laddove la rabbia tenda a sopraffare i propri pensieri e il proprio modo di stare in relazione.